L’ultimo decennio del XX secolo si è
aperto in Italia e nel mondo, con una serie di mutamenti, determinati
da una generale crisi nella società civile e nelle istituzioni.
Negli anni Ottanta il baricentro del sistema accademico era fortemente
sbilanciato verso la ricerca e la formazione avanzata. L’interazione
con il sistema delle imprese sembrava utile ma non vitale per il
territorio torinese e, in generale, piemontese, stante anche la
presenza della grande impresa, quale la FIAT. Le necessità di
quest’ultima, comprese quelle del suo indotto, erano infatti quasi
completamente soddisfatte dalla presenza di adeguate strutture private.
In particolare, le agenzie formative, aventi come focus la formazione
permanente dei dipendenti delle imprese, erano assenti e il supporto
all’innovazione delle piccole imprese era nei fatti delegato quasi
completamente alla grande industria.
La crescita produttiva, che negli Anni
'80 aveva rinviato la discussione di alcuni problemi, si arrestò però
all'inizio del 1990. Le grandi aziende nazionali, come FIAT e Olivetti,
persero la loro competitività a livello internazionale, aggravate da
problemi dell'Amministrazione italiana e da un’inflazione al di sopra
della media europea. Il vuoto riconducibile all’assenza della grande
impresa e la forte competizione internazionale imposero quindi
l’individuazione di nuovi riferimenti forti per il territorio. Ecco
che, dall’inizio degli anni Novanta, si assistette a una interessante
evoluzione volta a porre gli Atenei tra gli attori di riferimento per i
processi d’innovazione. La necessità per le imprese di operare sul
mercato globale con prodotti competitivi richiedeva localmente
strutture in grado di fornire servizi fortemente specialistici ed
efficaci. Gli Atenei poterono quindi giocare un ruolo non trascurabile
nello sviluppo territoriale, ponendo a fianco dei due tradizionali
settori di competenza - Formazione e Ricerca - quello dell’Innovazione.
In questo contesto, nel dicembre 1987,
nasceva COREP come luogo di incontro tra i principali attori
dell’innovazione. Il Politecnico di Torino, gli Enti e le Istituzioni
pubbliche locali, le principali industrie e loro Associazioni si
unirono in una compagine consortile per creare le giuste sinergie volte
a rendere più agevole il dialogo tra il mondo dell’industria e quello
dell’Accademia.
La costituzione del Consorzio
rientrava, inoltre, nell’ambizioso piano - che trovò terreno fertile in
diverse regioni - varato in quegli anni dall’IRI, che prevedeva la
costituzione di una dozzina di Consorzi Città-Ricerca.
Durante i primi anni, ci fu
l’allargamento del COREP ad altri importanti soci, in particolare
all’Università degli Studi di Torino e all’Università degli Studi del
Piemonte Orientale “A. Avogadro”. Il loro ingresso, accanto al
Politecnico, fu un fatto importante non solo dal punto di vista
politico ma anche da quello operativo: la sfida era ormai tra territori
e per essere competitivi era indispensabile creare sistema tra gli
operatori locali. Infine il coinvolgimento in un unico Ente, facilitava
i rapporti tra gli Atenei piemontesi che fino a quell’epoca erano più
abituati a competere che a collaborare.
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attività del COREP
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